Rione Sant'Angelo




Il Rione Sant'Angelo è il più piccolo tra i Rioni di Roma.
Nell'Antica Roma si trovava al di fuori delle Mura Serviane ma, nonostante ciò, già dall'Età Regia costituiva un luogo strategico importante poichè, per la sua vicinanza all'Isola Tiberina, da quì era possibile guadare il Tevere già prima della costruzione dei Ponti Cestio e Fabricio, avvenuta nel I Secolo avanti Cristo. 
Sotto Augusto divenne parte della IX Regio, Circus Flaminius, in onore del Circo, secondo in ordine di grandezza tra quelli presenti a Roma, costruito proprio nei pressi di quest'area nel III Secolo avanti Cristo da Gaio Flaminio Nepote. 

L'area del Rione in epoca Imperiale, nel plastico del Museo della Civiltà Romana

Proprio nel periodo di Augusto quest'area, anche per via della sua vicinanza al Foro Romano ed al Campidoglio, diventò sempre più monumentale, grazie anche alla costruzione del Teatro di Marcello, del Teatro di Balbo, di numerosi Templi e dei Portici di Ottavia e di Filippo.
Nel Medioevo il Rione assunse una notevole importanza per via della sua vicinanza al Fiume, ed anche per via della sua vicinanza ai Ponti dell'Isola Tiberina, gli unici che in quel periodo potevano ancora essere transitati completamente all'interno delle Mura Aureliane.

Il Teatro Marcello nel XVI secolo

Il Teatro di Marcello, caduto in disuso, fu fortificato in parte dalla famiglia dei Fabi, in parte da quella dei Savelli, che avevano la propria Rocca sul Colle Aventino, mentre gli Stefaneschi si insediarono sul Teatro e sulla Cripta di Balbo, costruendo la fortificazione denominata Castrum Aureum e che poi doneranno al Monastero di Santa Caterina. 
Il Portico di Ottavia, caduto anch'esso in disuso, diventò invece la sede del Mercato del Pesce, che aveva prima sede presso il Foro Piscario, situato nei pressi del Foro Romano. Sempre sulle rovine del Portico d'Ottavia, nel 770 fu edificata la Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, che darà il nome al Rione.
Nel Medioevo l'area era denominata Vinea Thedemari, mentre la parte più Settentrionale era chiamata Calcarario, dai forni qui presenti che, bruciando i marmi dei Fori, producevano la Calce.

Il mercato del pesce nel Portico d'Ottavia 

In quest'area molte corporazioni artigiane, per via della forte presenza di manifattura, furono ben radicate: oltre ai produttori di Calce, che operavano presso l'attuale Via delle Botteghe Oscure, ed i venditori di Pesce presso il Portico d'Ottavia, vi erano i Funari, che torcevano le corde presso la Chiesa di Santa Caterina dei Funari, i fabbri ed i calderari che avevano le proprie botteghe presso le arcate del Teatro di Marcello, ed i cardatori ed i cimatori situati presso la Chiesa di San Valentino.
Il Rinascimento iniziò a lasciare i propri segni nel Rione con la costruzione della Casa di Lorenzo Manili, nobile che decorò la propria dimora con un ampia iscrizione in Latino tutt'ora visibile, mentre nel XVI Secolo i Savelli fecero costruire sulle rovine del Teatro di Marcello il propro Palazzo da Baldassarre Peruzzi, più tardi ceduto agli Orsini. Si stanziarono in questo periodo nella zona anche i Mattei, con ben quattro Palazzi, che formano la cosiddetta "Isola Mattei", ma anche i Costaguti, i Santacroce ed i Serlupi.

Via delle Azimelle, nel vecchio Ghetto

Tuttavia, il XVI Secolo segnò questo rione soprattutto per un evento che stravolse letteralmente la geografia della zona e della città, ovvero la costituzione del Ghetto. Gli Ebrei, presenti a Roma da moltissimo tempo, erano stanziati fino al XV Secolo prevalentemente a Trastevere, ma dopo la decadenza del commercio fluviale si trasverirono presso l'altra sponda del Tevere, prevalentemente nel Rione Sant'Angelo. Fu per questa ragione che, il 14 Luglio 1555 Papa Paolo IV, con la Bolla "Con nimis absurdum" istituiva, proprio in un'area nel Rione Sant'Angelo, il Ghetto di Roma, un'area murata entro la quale dovevano risiedere tutti gli Ebrei di Roma.

Piazza delle Cinque Scole, con l'edificio delle Sinagoghe

Il Ghetto si sviluppò con la soprelevazione successiva degli edifici, dovuta al fatto che era impossibile espandersi in altre direzioni, per cui sovraffollamento era molto elevato. Il Ghetto 
rimase funzionante in questa maniera finchè nel 1798 sotto la Repubblica Romana Napoleonica fu per la prima volta aperto, salvo poi essere reistituito, in seguito alla caduta di Napoleone. 

Il Rione Sant'Angelo nella Carta del Nolli del 1748

Nel 1847 Papa Pio IX abbattè il muro del Ghetto che fu definitivamente abolito nel 1870 dopo che Roma divenne parte del Regno d'Italia. 
Nonostante le vie strette e affollate, il ghetto conservava degli scorci caratteristici di particolare bellezza.
A seguito di questo evento, nel 1885 l'area del Ghetto fu in gran parte demolita e ricostruita, intorno alla nuova Sinagoga di Roma, completata nel 1904. Sempre in questo periodo, a Roma si costruirono i muraglioni del Tevere che contribuirono a cambiare volto al Rione. I nuovi edifici realizzati furono palazzi di cinque piani e villini sul Lungotevere.

Un'immagine del Ghetto in corso di ricostruzione alla fine del XIX Secolo

Negli anni Venti del XX Secolo, il Regime Fascista, molto attivo nell'ambito delle demolizioni e del rinnovamento urbanistico, non tralasciò il Rione Sant'Angelo: nel 1926, infatti, viene isolato il Teatro di Marcello, mentre nel 1940 fu allargata Via delle Botteghe Oscure ed il Rione fu anche lievemente ampliato rispetto ai confini stabiliti nel XVIII Secolo da Papa Benedetto XIV.
Fu in questo Rione, più precisamente nella zona del Ghetto, che nell'Ottobre 1943, durante l'occupazione Tedesca di Roma, le SS chiesero alla Comunità Ebraica Romana di farsi consegnare 50 Kg di oro. Ciò avvenne, ma non fu sufficiente, e perciò il 16 Ottobre 1943 ben 2091 Ebrei Romani bengono deportati dai Nazisti.
Oggi il Rione Sant'Angelo è una zona caratteristica, anche per via della presenza del Ghetto, in cui risiedono ancora moltissimi Ebrei. Sempre nel Rione, sono anche presenti la sede dell'Enciclopedia Italiana, della Discoteca Nazionale e del Centro di Studi Americani.

Chiese:
Sant'Ambrogio alla Massima
Sant'Angelo in Pescheria
Santa Caterina della Rota
Basilica di San Nicola in Carcere
San Stanislao dei Polacchi

Edicole Sacre:

Strade:

Strade scomparse:

Targhe commemorative:

Villini:

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